Proiezioni
Domenica 2 giugno: ore 21,00
in lingua originale con sottotitoli italiani
Titolo originale: La Passion de Dodin Bouffant
Nazione: Francia
Anno: 2023
Genere: Sentimentale
Durata: 2 ora 14 minuti
Regia: Tran Anh Hùng
Cast: Juliette Binoche, Benoît Magimel, Emmanuel Salinger, Patrick d’Assumçao, Galatéa Bellug
Produzione: Curiosa Films, Gaumont, France 2 Cinéma
Distribuzione: Lucky Red
Premi
Cannes 2023 – migliore regista
Cesar 2024 – migliore attore protagonista
Trama
Francia, 1885. Eugénie, cuoca eccezionale, lavora da 20 anni per il famoso gastronomo Dodin Bouffant. Col tempo, dal rapporto professionale e la reciproca ammirazione nasce un sentimento. Tuttavia, Eugénie è insicura se legarsi a Dodin, così quest’ultimo decide di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: cucinare per lei…
Curiosità
Lo chef Pierre Gagnaire, 14 stelle Michelin, è stato consulente gastronomico per i piatti presenti nel film.
Il personaggio di Dodin è ispirato sia al romanzo La Vie et la Passion de Dodin-Bouffant, gourmet (1924) dello scrittore svizzero Marcel Rouff che alla figura gastronomo francese Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755–1826).
Si tratta del primo film in cui l’ex-coppia Binoche-Magimel recita assieme da I figli del secolo (1999).
Trailer
Recensione
UN FILM CHE SEGNA UNA SVOLTA NEL SOTTOGENERE CIBO-CINEMA: NON PIÙ COMPETIZIONE MA CONDIVISIONE DI SAPERE
Sul finire del XIX secolo in Francia Eugenie, cuoca sopraffina, e Dodin-Bouffant, famoso gastronomo, lavorano fianco a fianco da vent’anni. Il loro è un rapporto di reciproca fiducia che progressivamente si è trasformato in una relazione sentimentale. Eugenie però si ritrae dinanzi all’idea che si consolidi in un matrimonio. Lui però non ha intenzione di arrendersi e si muove, per ottenere il risultato desiderato, sul terreno che li accomuna: la cucina.
Il rapporto tra cinema e cibo è ormai di lunga data ma un film come quello diretto da Tran Anh Hung segna decisamente una svolta in quello che è diventato quasi un sottogenere.
Il modello storico di riferimento è, oltre al romanzo di Marcel Rouff “The Life and the Passion of Dodin-Bouffant, Gourmet”, Jean Anthelme Brillat-Savarin che nel 1825 pubblicò “La fisiologia del gusto” mettendo un punto fermo su quanto si dovesse fare o non fare nell’ambito della gastronomia e della presentazione del cibo a tavola. Dai giusti piatti e bicchieri fino agli accostamenti di certi sapori con certi altri, ogni elemento viene codificato e motivato.
Tran Ann Hung ha avuto poi, in fase di preproduzione, la collaborazione dello chef tristellato Pierre Gagnaire. Ne è nato un film che è distante anni luce da tutti i cooking game che la televisione ci propone perché il suo senso profondo non è la competizione ma la condivisione del sapere.
Fin dalle prime inquadrature, e per l’intera durata del film, vegetali, carni e tutto ciò che contribuisce alla riuscita di un piatto (ivi compreso un profluvio di pentole in rame) sono al centro dell’inquadratura e vengono portati sullo schermo grazie ad uno sguardo che è al contempo tecnicamente attento e sensorialmente partecipe.
Non stupisce venire a sapere che sul set, dopo lo stop di una ripresa, gli attori continuassero a mangiare perché anche le papille gustative dello spettatore, oltre che i succhi gastrici, entrano in attività. Si assiste davvero a una sorta di partitura in cui l’armonia degli elementi, dei colori degli stessi (immaginati) sapori si manifesta in tutta la sua delicata ma al contempo potente presenza.
Su questo pentagramma sensoriale si sviluppano le note di un autunno della vita che vede due persone (una delle due preferisce l’estate mentre l’altra finisce con l’amarle tutte) comunicarsi sentimenti attraverso l’attenzione che mettono nella preparazione dei piatti.
Mai, come si diceva, in competizione tra loro ma semmai con il desiderio di procurare all’altro (o ai commensali amici) un piacere particolare. Con, in più, un valore che si aggiunge e che completa il menu del film. Dodin e Eugenie hanno, come interessata collaboratrice, la piccola Pauline motivata dal desiderio di apprendere. Potrebbe diventare la futura Eugenie ma ha bisogno di qualcuno che condivida con lei non solo la passione per la cucina ma anche i segreti del mestiere. Qualcuno che sappia essere una guida che, come recita una massima zen ricca di saggezza, sia un vero maestro che “ti mostra la tua grandezza, non la sua”. Dodin Bouffant potrebbe essere quella persona?
Giancarlo Zappoli- mymovies.it
Prezzi
BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00
_ BAMBINI da 4 a 12 anni
_ ADULTI oltre 60 anni
_ PORTATORI DI HANDICAP
_ GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
_ MILITARI
_ TITOLARI tessera ANEC – UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo)
_ il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
_ il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura Area Metropolitana di Bologna
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)
BIGLIETTO OMAGGIO
ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’
Proiezioni
Domenica 26 maggio: ore 21,00
in lingua originale con sottotitoli italiani
Titolo originale: The Goldman Case
Nazione: Francia
Anno: 2023
Genere: Drammatico
Durata: 1 ora 55 minuti
Regia: Cédric Kahn
Cast: Arieh Worthalter, Arturo Harari, Stéphan Guérin-Tillié, Nicolas Briançon
Produzione: Moonshaker, Tropdebonheur Prods
Distribuzione: Movie Inspired
Premi
8 candidature e 1 premio ai Cesar
5 candidature e 1 premio Lumiere Awards
Trama
Nel novembre del 1975 inizia il secondo processo a Pierre Goldman, attivista di estrema sinistra condannato in primo grado all’ergastolo per quattro rapine a mano armata, una delle quali ha causato la morte di due farmacisti. In secondo appello, Goldman sostiene la sua innocenza e, in poche settimane, diventa un’icona della sinistra intellettuale. Alla difesa c’e? il giovane avvocato Georges Kiejman, ma il rapporto con il suo assistito presto si fa teso. Goldman, sfuggente e provocatorio, rischia la pena di morte e rende incerto l’esito del processo.
Attivista politico, autore di rapine a mano armata, icona letteraria, figlio dell’Olocausto… Il processo a Pierre Goldman e? un universo a se?, un caso molto piu? grande dell’aula di un tribunale…
Trailer
Recensione
UN’OPERA ASCIUTTA E TESA AFFIDATA ALLA FURIOSA E CARISMATICA INTERPRETAZIONE DEL SUO PROTAGONISTA
La storia vera del secondo processo a cui fu soggetto Pierre Goldman, militante della sinistra estrema francese nel 1975. Accusato di reati multipli, Goldman ammette tutti i capi d’accusa con la veemente eccezione di quelli per omicidio, per i quali non solo si proclama innocente ma si scaglia polemicamente contro tutto e tutti nell’aula di tribunale, rifiutando qualunque caratterizzazione moralistica della sua difficile vita.
Regista e attore ormai veterano del circuito francese, e spesso sensibile all’ispirazione letteraria, Cédric Kahn estrae dalla cronaca anni settanta uno dei suoi film più tesi e meglio riusciti, riportando in auge la figura dell’attivista Pierre Goldman e del suo processo per omicidio.
L’elemento letterario rimane comunque presente, visto che Goldman si fa conoscere (anche da Kahn stesso) per il libro “Memorie oscure di un ebreo polacco nato in Francia”; e del resto questo thriller serrato – intrappolato in modo asfissiante nell’aula giudiziaria – è soprattutto un’opera sul linguaggio e sulla meta-drammaturgia in cui l’universo legale spesso si rifugia.
Le procès Goldman arriva a breve distanza dal grande successo di Saint Omer di Alice Diop, titolo che gli è vicino per come testa i limiti tanto della forma del processo cinematografico quanto quella del processo tout court: in entrambi i casi non c’è in ballo solo l’esito legale, ma la narrativizzazione (a volte perniciosa, e sempre irresistibile) della persona come arma della contesa e come chiave interpretativa di ambigui temi sociali, razziali e politici. La cronaca giudiziaria in Francia è del resto un genere letterario e giornalistico di straordinaria longevità, ed è a questa tradizione che Goldman obietta quando, in apertura del processo, rifiuta di parlare di sé e della propria vita in cerca di pathos e di racconto. “Sono innocente perché sono innocente” dice, tautologia assoluta che dichiara guerra in un sol colpo all’apparato legale e culturale di un paese intero.
È l’inizio di un racconto fatto di sguardi incrociati in una stanza affollata (di poliziotti ma anche di sostenitori di Goldman, un coro greco di reazioni che testimoniano del valore politico del personaggio), che si chiuderà con il verdetto senza concedere nulla al mondo esterno, mentre la rabbia iconoclasta del protagonista non risparmia nemmeno il suo stesso avvocato. Alla figura di quest’ultimo (Georges Kiejman, interpretato da Arthur Harari) viene affidato un breve ma significativo incipit che mette da subito in tensione l’elemento dell’ebraismo di Goldman con il sistema da cui si sente perseguitato, arrivando a equiparare la popolazione ebrea con quella di colore in Francia (e creando così un altro ponte con Saint Omer, che a distanza di decenni riprende il discorso).
Un’opera dai risvolti tanto complessi – eppur così asciutta nel ritmo e nella struttura – si poggia naturalmente sulla furiosa e carismatica interpretazione di Arieh Worthalter, attore belga il cui talento camaleontico viene finalmente premiato con un ruolo di primo piano. Era il padre della protagonista in Girl di Lukas Dhont, e forniva una prova diametralmente opposta al suo Goldman in Rien à perdre al fianco di Virginie Efira. Ora è insieme mattatore e sabotatore, uomo animato dalla contraddizione, e personaggio cinematografico dal magnetismo innegabile.
Tommaso Tocci – mymovies.it
Prezzi
BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00
_ BAMBINI da 4 a 12 anni
_ ADULTI oltre 60 anni
_ PORTATORI DI HANDICAP
_ GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
_ MILITARI
_ TITOLARI tessera ANEC – UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo)
_ il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
_ il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)
BIGLIETTO OMAGGIO
ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’